Il burro è un alimento che si trova praticamente ovunque: nella colazione del mattino o nella preparazione di una vasta gamma di ricette, sia salate che dolci. Probabilmente è per questo che se ne trova tanto in frigorifero. E a volte questo può portare a degli sprechi, con persone che pensano che il burro sia scaduto e non possa più essere consumato. Ma è davvero da buttare?
Prima domanda: il burro è davvero scaduto?
Ovviamente il burro è scaduto perché è un prodotto ottenuto dal latte di mucca. È classificato come prodotto fresco, il che è logicamente associato a una limitazione della durata di conservazione.
Se non si fa attenzione alla conservazione del burro, in particolare se lo si espone a fonti di luce o di calore, il prodotto alimentare può facilmente deteriorarsi.
Esiste un modo per riconoscere il burro non più adatto al consumo?
Questo fenomeno è noto come burro rancido. Se notate questi segni evidenti, dovrebbero mettervi in guardia. In questo caso, il burro potrebbe non essere sicuro da mangiare.
L’odore del burro scaduto: ovviamente l’odore è immediato. Non c’è nemmeno bisogno di annusarlo, perché l’odore di rancido emana dal burro.
La consistenza diventa friabile. Il burro produce anche acqua.
Per quanto riguarda il colore, noterete che diventa molto giallo, ma può anche avere una sfumatura giallastra.
Non è necessario buttare il burro scaduto. Anzi, potete sempre utilizzarlo in cucina. Esistono addirittura piatti preparati appositamente con il burro rancido.
Ad esempio, il couscous o la tagine possono rivelare il loro sapore caratteristico solo se cucinati con lo Smen. Questo è il burro rancido preferito per questi piatti. Esiste anche il burro chiarificato, noto come Ghee, che conferisce un certo sapore a carne, pesce e dolci.
Il burro Ghee proviene dall’India ed è caratterizzato da un sapore di nocciola.